E’ stato trapiantato con successo il primo bronco prelevato da cadavere e ‘ingegnerizzato’ da ricercatori italiani e inglesi in modo da non scatenare rigetto. E’ la rivista Lancet a pubblicare gli esiti positivi dell’intervento, eseguito sei mesi fa in Spagna da un’equipe internazionale guidata dall’italiano Paolo Macchiarini, direttore del dipartimento di chirurgia toracica dell’Hospital clinic di Barcellona. A questo risultato hanno contribuito anche l’università inglese di Bristol, l’Università di Padova e il Politecnico di Milano. A beneficiare del lavoro di medici e scienziati è stata Claudia, una colombiana di 30 anni il cui bronco sinistro era collassato a causa della tubercolosi. “La situazione della paziente era molto difficile – spiega Sara Mantero, ricercatrice del Dipartimento di bioingegneria del Politecnico di Milano – e l’unica alternativa all’asportazione del polmone era il trapianto con un tessuto ingegnerizzato”. E’ così scattata la collaborazione tra cervelli europei. “I ricercatori di Padova – spiega – hanno modificato un tratto di trachea lungo 7 centimetri prelevato da cadavere, eliminando tutte le cellule del donatore che potevano scatenare rigetto. A Bristol, invece, sono state coltivate in provetta le cellule cartilaginee ed epiteliali sane prelevate dalla paziente e con queste, grazie a un bioreattore messo a punto dal nostro Politecnico, è stata ‘rivestita’ e ripersonalizzata la trachea”. Questa è andata così a sostituire il bronco ostruito della paziente, che dopo il trapianto non ha mai dovuto assumere farmaci anti-rigetto. I medici spagnoli si dicono soddisfatti delle attuali condizioni di salute di Claudia, che può camminare per mezzo chilometro o salire due rampe di scale senza fermarsi, ma soprattutto può finalmente prendersi cura dei suoi due bambini.