CURATA LA FIBRILLAZIONE ATRIALE SENZA APRIRE TORACE

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Italia apripista in Europa per la cura dolce della fibrillazione atriale, una delle malattie cardiologiche croniche più diffuse e più serie, che solo in Italia colpisce circa tre milioni di persone. I primi due pazienti, due uomini di 57 e 50 anni, sono stati operati con la nuova tecnica presso gli Spedali Civili di Brescia dal gruppo guidato da Claudio Muneretto, direttore della cattedra di Cardiochirurgia dell’università di Brescia. Gli interventi sono stati eseguiti ieri in successione e oggi “i pazienti stanno benissimo”, dice Muneretto. “Il primo – aggiunge – è stato trasferito immediatamente in reparto e il secondo è stato trasferito oggi. Tutti e due sono già in piedi”. L’intervento è stato eseguito sotto la supervisione di Andy Kiser, il cardiochirurgo statunitense che ha inventato la tecnica e che finora l’ha applicata in alcune decine di casi. Dell’equipe che l’ha eseguito fanno parte il responsabile del laboratorio di Elettrofisiologia Antonio Curnis, il responsabile del servizio di Anestesia e rianimazione cardiochirurgica Aldo Manzato e il cardiochirurgo Alberto Repossini. La novità della tecnica, spiega Muneretto, è che diventa possibile eseguire, senza anestesia totale e con un ricovero di sole 48 ore, un intervento che finora richiedeva di aprire il torace, arrestare il cuore e la circolazione extracorporea. Adesso vengono invece praticati nel torace cinque fori da tre millimetri ciascuno: in due fori vengono introdotte altrettante telecamere, che permettono così al chirurgo di avere una visione tridimensionale; attraverso altri due fori vengono introdotti microstrumenti dal diametro di tre millimetri e nell’ultimo foro viene introdotta la sonda a radiofrequenza che sviluppa energia e calore fino a 70 gradi, generando una sorta di “gabbia” che impedisce la conduzione degli impulsi elettrici anomali che sono la causa della fibrillazione atriale. Nella malattia, infatti, la distribuzione caotica degli impulsi elettrici negli atri causa la totale perdita di contrattilità di questa parte del cuore e determina il rischio di formazione di trombi. In questo modo, secondo Muneretto, è possibile la guarigione completa nel 90% dei casi trattati. “Di conseguenza – aggiunge – la disponibilità di questa tecnica apre in Europa una via importantissima per la cura della fibrillazione atriale cronica, una malattia invalidante e molto diffusa, per la quale non c’era finora possibilità di cura”. Si calcola che questa forma colpisca circa il 7% della popolazione occidentale oltre i 65 anni. La nuova tecnica si annuncia promettente anche nei costi, pari a 5.000 euro, pari alla spesa per soli due anni di cura di un paziente cronico. Le forme croniche della malattia, legate al rischio di accidenti cerebrovascolari, richiedono una terapia anticoagulante per tutta la vita e controlli ematologici ogni 10-15 giorni per scongiurare il rischio di emorragie.
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CURATA LA FIBRILLAZIONE ATRIALE SENZA APRIRE TORACEultima modifica: 2009-03-27T06:32:00+01:00da worldeditor
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