CALABRIA: SCOPERTA LA PIU’ GRANDE FORESTA DI CORALLO NERO

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Trentamila colonie adagiate tra i 50 e i 110 metri di profondità sui fondali rocciosi della mitica Scilla: è nel mare di Calabria che si staglia la più grande foresta di corallo nero del mondo. Apre scenari del tutto inediti la scoperta fatta dagli studiosi marini dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale Ispra (ex Icram) impegnati in un progetto di monitoraggio della biodiversità marina in Calabria. A documentare la presenza della foresta di corallo nero (che di nero, però, ha solo lo scheletro) più estesa del mondo è stato “Rov”, un robot sottomarino utilizzato per le analisi e per osservare, filmare e fotografare. “Rov”, comandato dalla superficie, si è immerso con il suo occhio elettronico nei fondali del Tirreno calabrese per catturare e restituire immagini mozzafiato di specie di coralli, gorgonie, alcionari, pennatulacei e pesci rarissimi, molti dei quali mai osservati nel loro ambiente naturale. Equipaggiato anche per acquisire campioni fino a 400 metri di profondità, il robot subacqueo, che è in grado di comunicare in ogni istante la propria posizione all’operatore, è stato utilizzato dagli studiosi nell’ambito di del progetto partito nel 2005 e finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria. Un lavoro che proseguirà fino a tutto il 2010 e dai risultati del quale gli esperti dell’Ispra si attendono di individuare, sui fondali calabresi, numerose altre specie rare, anche di invertebrati marini. Ma in Calabria non è solo il mare di Scilla a riservare sorprese agli scienziati marini che parlano di “rara ricchezza da salvaguardare”. Nel Golfo di Lamezia, zona ritenuta di grande interesse sia dal punto di vista fisico che da quello biologico, sono state osservate, a circa 150 metri di profondità, per la prima volta nel loro ambiente naturale, cinque altre colonie di un’altra specie di corallo nero, il rarissimo “Antipathes dicotoma”. Risultato non da poco se si pensa che, a livello mondiale, sono stati raccolti e studiati solo cinque esemplari di questo coralligeno, l’ultimo dei quali, individuato nel 1946 nel Golfo di Napoli, venne donato al Museo dell’Università di Harvard. “Comprendere il funzionamento dell’ecosistema marino, la sua risposta ai cambiamenti naturali e a quelli indotti dalle attività umane – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, già ricercatore e commissario straordinario dell’Icram – è di importanza centrale per una corretta gestione di questo complesso territorio”. I fondali marini rocciosi, che si trovano a profondità comprese tra i 50 e i 450 metri, rappresentano, per gli studiosi di biologia marina, delle vere e proprie miniere in materia di biologia e ecologia. “Le analisi genetiche e istologiche che i ricercatori del Dipartimento di Scienze del mare dell’ Università Politecnica delle Marche stanno eseguendo sui frammenti dei coralli raccolti – spiega Simonepietro Canese, responsabile del progetto – stanno aprendo numerosi interrogativi su queste specie rare e protette, per la prima volta osservate e studiate nel loro ambiente naturale”.   (ansa.it)

CALABRIA, CORALLO NERO, ISPRA: “SPECIE MAI VISTE PRIMA” – Tutto si aspettavano di osservare, filmare e fotografare i ricercatori marini dell’Ispra (ex-Icram) calandosi nelle profondita’ marine del Mare della Calabria, tranne specie mai viste finora”. È quanto afferma in una l’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. “Nei mari della Calabria, infatti, i ricercatori Ispra hanno scoperto numerose specie di coralli, gorgonie, alcionari, pennatulacei e pesci rarissimi, molti dei quali non erano mai stati osservati nel loro ambiente naturale. Il robot sottomarino utilizzato per le analisi, comandato dalla superficie – per gli addetti ai lavori Rov – e’ uno strumento molto sofisticato di proprieta’ dell’Ispra, equipaggiato per raccogliere campioni, immagini e filmati ad alta definizione fino alla profondita’ di 400 metri ed e’ in grado di comunicare in ogni istante la sua posizione”. “Tutte queste attivita’, realizzate grazie al progetto sul monitoraggio della biodiversita’ marina della Calabria (Mo.Bio.Mar.Cal.), iniziato nel 2005 e finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, hanno avuto risultati sorprendenti e fanno parte della fitta attivita’ di monitoraggio e ricerca sulla biodiversita’ marina condotte dal Terzo Dipartimento Protezione degli Habitat e della Biodiversita’ dell’Ispra. Da questo programma di ricerca, che continuera’ ancora per tutto il 2010, i ricercatori si aspettano di trovare numerose altre specie rarissime e non si esclude che si possano descrivere nuove specie di invertebrati marini”. “Nel Golfo di Lamezia – prosegue l’Ispra -, zona particolarmente interessante sia dal punto di vista fisico che biologico, in quanto caratterizzato da numerose comunita’ di individui di pregio quali, per l’appunto, il coralligeno presente sui fondali rocciosi, sono state osservate a circa 150 metri di profondita’ – per la prima volta nel loro ambiente naturale – 5 colonie di un’altra specie di corallo nero, il rarissimo Antipathes dicotoma. In tutto il mondo ne sono stati raccolti e studiati solo 5 esemplari: l’ultimo di questi, raccolto nel 1946 nel golfo di Napoli, e’ stato donato al museo dell’Universita’ Americana di Harvard e fino ad oggi non era disponibile in letteratura alcuna immagine dal vivo di questa specie”.”I fondali marini rocciosi che si trovano a profondita’ comprese tra i 50 e i 450 metri, – prosegue l’Ispra -, rappresentano la zona meno esplorata, tuttavia sono di grande importanza, sia per la presenza di numerose specie rare e protette la cui biologia ed ecologia sono quasi completamente sconosciute, sia perche’ in queste zone molte specie di pesci e di crostacei di interesse commerciale nascono e si accrescono. ‘Comprendere il funzionamento dell’ecosistema marino e la sua risposta ai cambiamenti naturali e indotti dalle attivita’ umane – ha affermato Silvio Greco, assessore alla Regione Calabria – e’ di importanza centrale per una corretta gestione di questo complesso territorio’. ‘Le analisi genetiche ed istologiche che i ricercatori del dipartimento scienze del Mare dell’Universita’ Politecnica delle Marche stanno eseguendo su sui frammenti di questi coralli raccolti con il Robot” – spiega Simonepietro Canese, responsabile del progetto – stanno aprendo numerosi dilemmi su queste specie rare e protette, per la prima volta osservate e studiate nel loro ambiente naturale con l’utilizzo, da parte dei ricercatori Ispra di un sofisticato Robot comandato dalla superficie, che consente di esplorare i fondali rocciosi tra i 50 e i 400 metri di profondità”.   (strill.it)

  • E’ la più vasta del mondo: trentamila colonie. Trentamila colonie adagiate tra i 50 e i 110 metri di profondità sui fondali rocciosi della mitica Scilla: è nel mare di Calabria che si staglia la più grande foresta di corallo nero del mondo. 
  • In tutto il mondo ne sono stati raccolti e studiati solo 5 esemplari: l’ultimo di questi, raccolto nel 1946 nel golfo di Napoli, è stato donato al museo dell’Università americana di Harvard e fino a oggi non era disponibile in letteratura alcuna immagine dal vivo di questa specie.
  • Calabria: Nel mare una foresta di Corallo nero, primato mondiale.
  • Comprendere il funzionamento dell’ecosistema marino, la sua risposta ai cambiamenti naturali e indotti dalle attività umane – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco – è di importanza centrale per una corretta gestione di questo complesso territorio.
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CALABRIA: SCOPERTA LA PIU’ GRANDE FORESTA DI CORALLO NEROultima modifica: 2009-03-20T04:59:04+01:00da worldeditor
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