inserzioneworld

BULLISMO: RICERCA, E’ COINVOLTO QUASI IL 60% DEI RAGAZZI (APPROFONDIMENTI)

Quasi il 60%, per la precisione il 57,3%, di 438 bambini e ragazzi tra la quarta elementare e la terza media scelti come campione in 7 scuole di Milano e provincia, è in qualche misura coinvolto nel bullismo: come vittima, prepotente o ‘esterno’. E’ quanto risulta, in sintesi, da uno studio, condotto a insaputa di chi è stato osservato, del Centro ricerca sulle dinamiche evolutive ed educative (Cridee) dell’Università Cattolica. I dati sono stati resi noti a margine di un seminario internazionale sul tema ‘Aggressivita’, relazioni fra pari e bullismò al quale hanno preso parte la ricercatrice Simona Caravita, la docente Paola Di Blasio e Antonius Cillessen, professore di Psicologia dello sviluppo in Olanda. Nell’indagine il 6,6% di bambini e ragazzi è stato individuato come autore di prepotenze, cioé come bullo, l’11 come vittima di prevaricazioni perpetrate dai compagni. Ma l’aspetto significativo emerso è che un 6,8% aiuta attivamente il prepotente nelle sue azioni di sopraffazione e addirittura il 6,2 sostiene il bullo nel senso che manifesta approvazione per le prepotenze in classe. Solo il 13% di bambini interviene a favore della vittima, mentre il 13,7%, i cosiddetti esterni, cerca di mantenersi al di fuori delle prevaricazioni pur essendone a conoscenza. Il 42,7 invece non ha un ruolo nel bullismo. “Il bullismo è una forma di aggressività specifica che riguarda il gruppo – ha spiegato Simona Caravita – e nasce, in genere, da uno squilibrio di potere fra il prepotente e la vittima che non riesce a opporsi e spesso è un bambino isolato mentre l’aggressore ha uno stato controverso perché ottiene approvazione e disapprovazione”. (ansa.it)

APPROFONDIMENTI: Il bullismo è un concetto ancora privo di una sua puntuale definizione tecnica, sia giuridica che sociologica, ma è usato pressoché unanimemente per indicare tutta quella serie di comportamenti tenuti da soggetti giovani (bambini, adolescenti) nei confronti di loro coetanei, ma non solo, caratterizzati da intenti violenti, vessatori, e persecutori. Il fenomeno ha anche legami con la criminalità giovanile, il teppismo ed il vandalismo. Il termine italiano è un calco dell’inglese bullying. In Scandinavia, dove hanno avuto inizio le primissime ricerche sul fenomeno, si usa il termine mobbing (o mobbning). Tuttavia, sia nel mondo anglosassone che in Italia, con mobbing ci si riferisce unicamente ai fenomeni di prevaricazione interni all’ambiente di lavoro. Il mobbing sarebbe dunque il bullismo che avviene tra gli adulti, e il bullismo il mobbing che avviene tra i minori. Entrambi i fenomeni, inoltre, presentano caratteristiche analoghe, di solito in forme meno esasperate, del nonnismo degli ambienti militari.

BULLISMO: RICERCA, E’ COINVOLTO QUASI IL 60% DEI RAGAZZI (APPROFONDIMENTI)ultima modifica: 2009-03-15T05:28:00+01:00da
Reposta per primo quest’articolo