OMEOPATIA E PEPERONCINO PICCANTE: UN VALIDO AIUTO PER RINITE ALLERGICA, DIGESTIONE E COLESTEROLO

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Sapore bruciante e colore sanguigno, il peperoncino è una delle spezie più conosciute ed interessanti del mondo. Ma questa pianta della famiglia delle Solanacee non è solo un valido aiuto in cucina. E’ arrivata recentemente da New York la notizia che il peperoncino piccante può difenderci efficacemente dalle riniti allergiche. E’ infatti nata una seconda generazione di spray nasali a base completamente naturale chiamata Sinol-M, il cui principale ingrediente è la capsaicina derivata dal peperoncino piccante. Secondo uno studio clinico accurato si evince che questa sostanza combatte in maniera sicura ed efficace anche le più ostinate allergie nasali. “Lo studio prova per la prima volta che uno spray nasale omeopatico contenente capsaicina è un trattamento efficace per le riniti allergiche“, ha confermato Christos Efessiou, presidente dell’ Istituto di bioscienze strategiche a New York.

GLI IMPIEGHI DEL PEPERONCINO: Il ritrovato, in realtà, non è del tutto nuovo: gli erboristi da tempo prescrivono abitualmente capsule di polvere di Cayenna (termine derivato dalla parola indio-caribica kian ed oggi capitale della Guyana francese) per curare raffreddori, disturbi gastrointestinali e come rimedio digestivo. Ma non solo. Gli antichi utilizzavano il peperoncino anche per curare i dolori cronici (basta sfregare il peperoncino rosso sulla pelle per alleviare i dolori muscolari e articolari), l’ osteoartrite, la fibromialgia, la psoriasi, l’ Herpes zoster (o fuoco di Sant’ Antonio, curato con una pomata alla capsaicina), la neuropatia diabetica e la nevralgia emicranica. Infine, la capsaicina è il costituente attivo di alcuni prodotti spary per l’ autodifesa (il famoso spray al peperoncino).

POSSIBILITA’ INTERESSANTI DI IMPIEGO DEL PEPERONCINO IN OMEOPATIA: Da quanto emerge da due studi condotti in India e negli Stati Uniti, il peperoncino piccante può contribuire a ridurre il colesterolo e a prevenire le cardiopatie. Non si escludono infatti futuri sviluppi terapeutici in questo senso.

COME USARE IL PEPERONCINO AL NATURALE: Come spezia: Le vivande possono essere aromatizzate a piacere, ma senza esagerare. Una quantità eccessiva di peperoncino può infatti provocare un grave bruciore in bocca. Se diventa troppo fastidioso, il rimedio migliore è il latte: la caseina (una proteina del latte) ha infatti il potere di estrarre la capsaicina dalle papille gustative.
Come infuso per digestione e ulcere: Per preparare un infuso utile per la digestione e e la prevenzione o il trattamento delle ulcere, si può usare mezzo cucchiaino di erba per una tazza di acqua bollente, da assumere dopo i pasti.
Come applicazione esterna contro il dolore: Per alleviare il doloro è possibile unire mezzo cucchiaino d’ erba a una tazza di olio vegetale tiepido, da usare come linimento sulla zona interessata.

AVVERTENZE ALL’ USO DEL PEPERONCINO: Il peperoncino piccante non va somministrato ai bambini al di sotto dei due anni. Per tritare il peperoncino è inoltre consigliabile l’ uso di guanti di gomma, onde evitare un intenso bruciore alle dita. Qualora capitasse, il rimedio più efficace è immergere le dita nell’ aceto.

APPROFONDIMENTI:

  • IL PEPERONCINO IN CUCINA: Il frutto viene consumato fresco, essiccato, affumicato, cotto o crudo. Oltre alla sua capacità di bruciare il palato, si utilizza anche per aromatizzare, nonché per fare salse piccanti. Nelle specie piccanti, la capsaicina si concentra nella parte superiore della capsula, dove ci sono ghiandole che la producono, diffondendosi poi lungo la capsula. Al contrario di quanto si crede comunemente, non sono i semi, ma la membrana interna, la placenta, che contiene la maggior parte di capsaicina: quindi è quasi inutile togliere i semi per ridurre la piccantezza del frutto, mentre è consigliabile togliere la placenta. In Italia il peperoncino è ampiamente usato e alcune regioni ne hanno fatto la base dei propri piatti regionali, come la Calabria, con la famosa nduja, la Basilicata con il peperone di Senise (in dialetto locale Zafaran), che ha ottenuto il marchio IGP dall’Unione Europea) e in generale tutto il Sud peninsulare. All’estero il peperoncino è usato molto in Messico (nelle salse, nel chili con carne), in Nordafrica (dove è alla base della harissa), in India, in Thailandia e nelle due Coree. Le cucine indiana, indonesiana, cinese sono associate all’uso del peperoncino, sebbene la pianta sia arrivata in Asia solo dopo l’arrivo degli europei. Una volta macinato il peperoncino modifica l’intensità del gusto: il grado di piccantezza però varia non solo in base alla varietà di peperoncino scelta, ma anche in base al grado di maturazione: infatti più è maturo e più è forte. Inoltre lo stress ambientale, tra cui la siccità e il freddo accentua il sapore piccante. L’eccesso di acqua causa anch’esso aumento di piccantezza, ma spesso rovina la pianta e, in C. chinense, può dare sapore amaro ai frutti. Alcune varietà di peperoncino sono indicate per il consumo immediato, perché i frutti non si mantengono a lungo. Altre, possono essere invece essiccate e macinate. In questo modo aumenta la concentrazione di capsaicina e dunque la piccantezza. Inoltre, Pressapoco tutte le varietà di C. chinense hanno aroma e sapore intenso, che si perde con l’essiccazione. Ad esempio l’habanero, da fresco ha un intenso odore di albicocca e un sapore fruttato simile al cedro, che si attenuano alquanto con l’essiccazione.
  • PROPRIETA’: Il peperoncino è un condimento molto popolare, nonostante il dolore e l’irritazione che provoca. Quattro composti del peperoncino, tra cui i flavonoidi e i capsaicinoidi, hanno un effetto antibatterico, cosicché cibi cotti col peperoncino possono essere conservati relativamente a lungo. Questo spiega anche perché più ci si sposta in regioni dal clima caldo, maggiore sia l’uso di peperoncino ed altre spezie. I peperoncini sono ricchi in vitamina C e si ritiene abbiano molti effetti benefici sulla salute umana, purché usati con moderazione ed in assenza di problemi gastrointestinali. Alcuni medici ne consigliano l’assunzione fino a cinque volte la settimana anche ai bambini dai 7 ai 16 anni. Il peperoncino ha un forte potere antiossidante, e questo gli è valso la fama di antitumorale. Inoltre, il peperoncino si è dimostrato utile nella cura di malattie da raffreddamento come raffreddore, sinusite e bronchite, e nel favorire la digestione. Queste virtù sono dovute principalmente alla capsaicina, in grado di aumentare la secrezione di muco e di succhi gastrici. In ultimo il peperoncino stimolando la peristalsi intestinale favorisce il transito e l’evacuazione, il più rapido passaggio intestinale in sinergia col potere antibatterico ed antimicotico evita la fermentazione e la formazione di gas intestinali e di tossine, particolarmente le tossine della candida albicans. Alcuni studi hanno evidenziato un aumento del metabolismo e una riduzione dell’insulina ematica dopo aver mangiato cibi conditi con peperoncini piccanti. Il peperoncino può essere usato anche come antidolorifico in artriti, neuropatia diabetica, nevralgie post-herpetiche e del trigemino, sintomi post-mastectomia, cefalea a grappolo. I capsaicinoidi agiscono a livello dei nocicettori mediante i recettori vanilloidi specifici VR-1, come desensibilizzanti dei recettori stessi agli stimoli dolorosi, in una prima fase attraverso una “desensibilizzazione acuta” ed in seguito attraverso una tachifilassi (una ridotta risposta recettoriale alle successive applicazioni di capsaicinoidi). Si può anche ipotizzare che la sensazione di dolore prodotta dalla capsaicina stimoli il cervello a produrre endorfine, un oppiaceo naturale in grado di agire da analgesico e produrre una sensazione di benessere. Lo psicologo Paul Rozin ritiene che il mangiare peperoncini rappresenti un esempio di “rischio limitato”, come le montagne russe, dove sensazioni estreme come paura e dolore possono arrecare piacere poiché si sa che non sono effettivamente pericolose. Altri effetti benefici del peperoncino, come il suo potere afrodisiaco, non sono stati confermati da ricerche scientifiche, mentre sembra possibile una leggera correlazione con alcuni tipi di tumore allo stomaco nei soggetti predisposti. Moltissime tradizioni medicinali popolari usano come rimedio il peperoncino, e la medicina Ayurvedica lo consiglia per il trattamento di ulcere peptiche. Gli uccelli, al contrario dei mammiferi, non sono sensibili alla capsaicina, poiché questa sostanza agisce su uno specifico recettore nervoso che gli uccelli non possiedono. A ragione di ciò i peperoncini costituiscono il cibo preferito di molti volatili; essi costituiscono infatti una fonte di vitamina C e carotene, necessari agli uccelli soprattutto durante la muta del piumaggio. In cambio gli uccelli spargono i semi della pianta sia mentre consumano i frutti, sia attraverso le feci, poiché questi semi riescono a oltrepassare l’apparato digerente inalterati. Si pensa che questo tipo di relazione abbia promosso l’evoluzione dell’attività protettrice della capsaicina. È infine interessante notare come agenti chimici usati per dare un sapore di uva a bevande come la “grape soda” (bevanda frizzante al gusto di uva) diano negli uccelli un effetto simile a quello che la capsaicina dà agli esseri umani.
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OMEOPATIA E PEPERONCINO PICCANTE: UN VALIDO AIUTO PER RINITE ALLERGICA, DIGESTIONE E COLESTEROLOultima modifica: 2009-02-24T19:21:00+01:00da worldeditor
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Un pensiero su “OMEOPATIA E PEPERONCINO PICCANTE: UN VALIDO AIUTO PER RINITE ALLERGICA, DIGESTIONE E COLESTEROLO

  1. Ho 45 anni e lo
    mangio sempre circa 3 volte a settimana,circa mezzo peperoncino a piatto,
    non o nessun disturbo,i miei tegono sempre da dire,e voi cosa mi consigliate?

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