CASA, PIU’ TASSE MA DA GENNAIO

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E’ stato forse uno dei passi che più aveva creato reazioni molto dure: il cosddetto decreto anti crisi del governo, fatto per stimolare consumi e investimenti, ha una norma che prevede di rendere più difficile l’accesso agli sgravi fiscali al 55% per le famiglie che investono soldi per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Spese che negli ultimi anni stanno facendo migliorare anche la bilancia energetica del nostro paese, con famiglie che hanno investito in pannelli isolanti alle pareti, nuove caldaie a gas ad alta efficienza, pannelli solari, serramenti a tenuta termica. Fino a ieri tutti questi investimenti sono stati supportati da sgravi fiscali molto importanti, pari al 55%. Fino a quando il decreto anti crisi del governo Berlusconi, per massima ironia, non ha deciso che quell’incentivo era da far fuori, con procedure e fondi a disposizione che chiudono di fatto la porta in faccia ai cittadini. Ora il governo dice che la norma in questione è stata cancellata. O meglio, è stata tolta la parte molto odiosa che rendeva gli sgravi più difficili in modo retroattivo, anche quindi a chi ha fatto ristrutturazioni avendo la certezza di avere certe facilitazioni. Una norma sotto il fuoco di tutte le associazioni di consumatori, ad esempio il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, solo ieri avvertiva che “riteniamo assolutamente illegittima tale norma e stiamo organizzando una causa in commissione tributaria, per conto di migliaia di cittadini che nel corso del 2008 hanno affrontato spese sulla base delle promesse che ora il Governo vorrebbe rimangiare”. Adesso il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha annunciato una correzione. Il Parlamento, ha spiegato durante un’audizione alla Camera, toglierà la “retroattività” dalla norma che introduce modifiche al bonus fiscale del 55%. Ma tolta questa enorme ingiustizia, rimane il cambio di rotta per chi farà il prossimo anno dei lavori di miglioramento della propria casa sul fronte energetico. Tutti dovranno inviare all’Agenzia delle entrate, esclusivamente in via telematica, “un’apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi”. Il Tesoro si riserva inoltre la possibilità di non rispondere alle domande, precisando che decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento “l’assenso si intende non fornito” e il cittadino non potrà usufruire della detrazione. E la copertura non sarà più illimtata, ma per il 2009 ci saranno a disposizione appena 185 milioni che arriveranno a 314 nel 2011. In pratica, neanche un quarto degli attuali incentivi fiscali. “Se il Parlamento toglierà la retroattività dalla norma che introduce modifiche al bonus fiscale del 55% sugli interventi di risparmio energetico, i consumatori che hanno investito in tecnologie pulite vedranno rispettati i loro diritti ma nulla cambia per le imprese del settore e per la lotta ai cambiamenti climatici”, avverte infatti Legambiente. “Con questa norma – ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia dell’associazione – si condanna concretamente tutto quel settore dell’industria più innovativa, capace di garantire occupazione e sviluppo rappresentato dalle aziende delle rinnovabili. Ma non solo. Come potremo affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti se smantelliamo quel poco di normativa esistente a sostegno delle fonti pulite e dell’efficienza?”. Per il solo 2008 sono attese infatti circa 130mila istanze di detrazione, pari ad altrettanti interventi mirati a ridurre gli sprechi e la nostra dipendenza dalle fonti fossili. Cancellando gli incentivi scompariranno anche per le casse pubbliche gli introiti delle tasse che si sono generati nei due anni di incentivo. “Altro che il Bancomat citato da Tremonti – ha continuato Zanchini – questo provvedimento è stato solo positivo per il bilancio dello Stato. Ed è assurdo che mentre Francia, Germania e Spagna continuano ad investire in questo settore per rilanciare l’economia e contemporaneamente ridurre le emissioni di gas serra, il governo italiano insista nella sua battaglia solitaria contro l’innovazione e l’ambiente, relegandoci in una odiosa posizione di retroguardia”.

(miaeconomia)

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CASA, PIU’ TASSE MA DA GENNAIOultima modifica: 2008-12-27T05:24:45+01:00da worldeditor
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