STRAGE DI NASSIRIYA: 5 ANNI DOPO, IL RICORDO

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Giorno 12 Novembre 2008 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato al Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il seguente messaggio: “In occasione delle commemorazioni in onore dei caduti di Nassiriya, desidero esprimerle il mio personale, commosso ricordo delle 19 vittime di quella terribile strage, a cui unisco la memoria di tutti coloro che hanno perso la vita nell’assolvimento delle missioni di pace”. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

Il ministro La Russa ha reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto, al Vittoriano, presente il capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, e i vertici delle Forze armate. Celebrata poi la Messa in suffragio dei Caduti presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli. Quindi, a Palazzo Madama, presente il presidente del Senato, Renato Schifani, si terrà una cerimonia per l’intitolazione della ‘Sala conferenze’ ai “Caduti di Nassiriya”. Il ministro della Difesa ed il capo di Stato maggiore della Difesa, inoltre incontreranno i parenti delle vittime in forma privata.

CAMERA E SENATO, UN MINUTO DI SILENZIO
L’Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio ed ha tributato un applauso unanime in memoria delle vittime della strage di Nassiriya, di cui oggi ricorre l’anniversario. Un breve intervento del presidente del Senato Renato Schifani, poi un minuto di raccoglimento dell’assemblea del Senato, seguito da un breve applauso: in questo modo i senatori hanno voluto ricordare i 19 caduti italiani il 12 novembre 2003, a Nassiriya ai quali e’ stata dedicata un’aula di Palazzo Madama.

FINI: MEMORIA STRAGE CI IMPEGNA ALLA PACE
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha commemorato in aula i caduti italiani di Nassiriya nel quinto anniversario della strage. “Oggi – ha detto Fini – ricorre il quinto anniversario del barbaro attentato di Nassiriya nel quale morirono diciannove italiani impegnati ad aiutare il popolo iracheno a ritrovare la libertà e a conquistare la pace. Alla memoria di quei nostri valorosi connazionali rivolgiamo un pensiero deferente e commosso, stringendoci intorno alle famiglie dei caduti e partecipando al loro dolore”. “In quel tragico 12 novembre del 2003 – ha sottolineato Fini – l’Italia sperimentò direttamente l’inumana ferocia che anima l’attacco terroristico alla pacifica convivenza di culture, nazioni e popoli. Quel giorno lo sgomento, lo smarrimento, la sofferenza del Paese furono enormi. Ma furono grandi anche la solidarietà, la partecipazione, la coesione tra il nostro popolo e le Istituzioni. L’Italia si raccolse unita intorno a quei diciannove eroi che avevano sacrificato la loro vita per costruire un mondo più giusto e più libero”. “Tutti noi – ha detto ancora il presidente della Camera – ricordiamo con commozione, e con noi lo ricordano gli italiani, il pellegrinaggio spontaneo di migliaia e migliaia di cittadini all’Altare della Patria in un giorno di lutto e di dolore. Venivano da ogni parte della Penisola. Sfilarono fino a notte inoltrata per testimoniare i loro sentimenti di umanità e di italianità. La mattina del 13 novembre il Vittoriano offrì uno spettacolo inaspettato e struggente: la scalinata ricoperta da un mare di fiori. Idealmente in quel momento tutta l’Italia era lì, si trovò intorno a quel monumento, unita da un senso di dolore e di legittimo orgoglio”. “La memoria di Nassiriya – ha proseguito Fini – è una memoria che impegna il nostro Paese a fornire ancora il suo contributo all’opera di costruzione della pace e della stabilità nel mondo. In questo senso, come ha ricordato il Presidente Napolitano celebrando il 4 Novembre, dobbiamo rendere omaggio alle nostre Forze Armate per ‘l’impegno che pongono, con spirito di sacrificio e intelligenza, al di fuori del suolo italiano, al servizio di missioni per la pace e la sicurezza internazionalé. “Non possono esserci né stabilità né prosperità – ha aggiunto Fini – se i diritti umani sono calpestati e se la libertà è minacciata dal terrorismo. E’ con questa consapevolezza che dobbiamo oggi onorare il sacrificio di quei martiri, unendo nel ricordo tutti gli italiani che in questi anni hanno offerto la loro vita per garantire la pace”.

SCHIFANI: NON EROI DI GUERRA, MA DI PACE
”Quei diciannove caduti, dei quali 17 erano uomini in armi e soldati di grande valore, non saranno mai celebrati come eroi di guerra per la semplice ragione che non combatterono alcuna guerra: qualunque altra lettura della loro presenza in Iraq sarebbe un torto alla loro memoria”. Il presidente del Senato, Renato Schifani, nel dedicare la Sala delle Conferenze stampa alle vittime dell’attentato in Iraq invita a definirli come “eroi di pace” visto il carattere umanitario della missione Antica Babilonia che impegnò i nostri soldati in Iraq dal 2003 al 2006. La memoria di chi ha dato la vita per il nostro Paese non appartiene alle forze armate né alle istituzioni né ad una parte politica ma è patrimonio indissolubile dell’intera collettività – sottolinea Schifani – che per avvalorare il concetto degli uomini in divisa caduti in missione come eroi di pace, richiama le parole dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Cimapi che quando fu raggiunto dalla notizia della strage, disse qui “L’Italia è andata in Iraq non per partecipare ad una guerra ma per contribuire alla ricostruzione del paese: questa è l’identità della Repubblica italiana, costruire la pace”. “Il vile attacco ai danni dei nostri soldati – ricorda il presidente del Senato – non venne, nonostante la simpatia e la riconoscenza nutrite verso di loro dalla popolazione irachena, ma proprio a causa di questi sentimenti”. “Le oscure forze del terrore che prosperano nel caos e nella sopraffazione – osserva Schifani – li percepirono come nemici irriducibili e le colpirono con le stesse modalità e con la stessa spietata durezza con le quali furono attaccate, in terra irachena, gli Stati Uniti e la Croce rossa internazionale. Schifani spiega che è stato deciso di dedicare alle vittime di Nassiriya “uno degli ambienti più importanti della vita politica all’interno del parlamento”, cioé il luogo dedicato agli incontri con la stampa. 

IL FIGLIO DELLA VITTIMA: EROE DIMENTICATO
“Mio padre un eroe dimenticato”. Lo afferma Marco Intravaia, 21 anni, figlio di Domenico, uno dei 19 italiani morti il 12 novembre 2003 nella strage di Nassiriya. Alla vigilia del quinto anniversario dell’eccidio, il più sanguinoso per i militari italiani dalla fine della seconda guerra mondiale, il figlio del carabiniere ucciso in Iraq torna a chiedere che alle vittime di Nassiriya venga concesso “il giusto riconoscimento”: “spero che il ministro della Difesa Ignazio La Russa – dice – si impegni, oltre che per istituire la giornata della memoria per il 12 novembre, anche perché venga concessa a papà la medaglia d’oro al valor militare”. Una richiesta condivisa da molti degli altri parenti dei caduti. “Spero che il presidente Napolitano – continua Intravaia – si faccia avanti al più presto, ma non vorrei che dietro la negazione della medaglia ci sia soltanto una decisione di natura squisitamente politica”. Marco, che spiega come da quel giorno sia improvvisamente “diventato uomo e il capo della mia famiglia”, è uno dei familiari delle vittime costituitisi parte civile nel processo che si trascina davanti al tribunale militare di Roma a carico di tre ufficiali italiani accusati di presunte carenze nella predisposizione delle misure di sicurezza alla base Maestrale, il quartier generale dei carabinieri devastato dall’attentato. A cinque anni dai fatti il procedimento è ancora davanti al gup, dopo una serie di rinvii legati a questioni procedurali, in particolare al tipo di normativa da applicare. Gli imputati – il colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli e i generali dell’Esercito Vincenzo Lops e Bruno Stano – devono attualmente rispondere del reato di “distruzione colposa di opere militari”, in base al codice penale militare di pace. La decisione del gup è attesa entro l’anno. Domani, a Roma, il ministro della Difesa La Russa e il capo di Stato maggiore, Vincenzo Camporini, incontreranno i parenti delle vittime in forma privata. Le commemorazioni per il quinto anniversario della strage cominceranno alle 9, all’Altare della Patria, con la deposizione di una corona d’alloro da parte di La Russa, presenti Camporini e i vertici delle Forze armate. Alle 10:15, poi, sarà celebrata la Messa in suffragio dei Caduti presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli. Quindi, a Palazzo Madama, presente il presidente del Senato, Renato Schifani, si terrà una cerimonia per l’intitolazione della ‘Sala conferenze’ ai “Caduti di Nassiriya”. 

(ansa.it)

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STRAGE DI NASSIRIYA: 5 ANNI DOPO, IL RICORDOultima modifica: 2008-11-14T04:44:00+01:00da worldeditor
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