Tra i laureati una decina di figure professionali sono considerate “introvabili” da parte delle aziende e presentano, quindi, una altissima probabilità di rapida assunzione. La graduatoria stilata da Unioncamere indica nelle prime posizioni gli assistenti tecnici alla clientela (economia e commercio – difficoltà di reperimento al 63%), i fisioterapisti (laurea in fisioterapia, logopedia e tecnica della riabilitazione e dagli infermieri – difficoltà), la cui percentuale di difficoltà di reperimento supera il 61%. In valori assoluti (ovvero per numero di posti a disposizione) le professioni in cui trovano più frequentemente sbocco i laureati (laurea specialistica o triennale) sono comunque quelle di infermiere (difficoltà di reperimento pari al 61%), educatore professionale, responsabile commerciale, progettista meccanico e addetto alle operazioni bancarie front-office. Anche l’esercito dei diplomati non mancano gli spazi nel mercato del lavoro. Secondo quanto rilevato ancora oggi i diplomati in uscita da istituti tecnici e professionali sono quelli per i quali le aziende lamentano maggiori difficoltà di reperimento. In questo senso sono state rilevate ricerche di personale con diploma a indirizzo agrario-alimentare (riguardano il 47% delle assunzioni di personale con questo titolo di studio), seguiti da quelli con diplomi dell’area tessile, abbigliamento e moda (grado di difficoltà nel reperimento al 42,2%), e ancora diplomati con preparazione nel settore legno, mobile e arredamento (41,6%). In termini assoluti, sono i diplomati negli istituti tecnici e professionali a indirizzo meccanico quelli maggiormente “introvabili” (si tratta di qualcosa come oltre 13.200 assunzioni considerate “difficili” da trovare sul mercato del lavoro). Tra questi ultimi, gli imprenditori incontrano problemi soprattutto nel caso dei tornitori, dei meccanici di autoveicoli e degli assemblatori di apparecchiature meccaniche. (miaeconomia)
